La Pro Grigioni Italiano nella Svizzera Romanda

Venerdì 7 dicembre 2018, presso l’Hôtel Montbrillant a Ginevra, si sono ritrovati 23 soci su 44 per sciogliere formalmente la Sezione Romandia della Pro Grigioni Italiano. Questo passo è diventato inesorabile, siccome la partecipazione alle manifestazioni era sempre più ridotta e la volontà di risollevare le sorti della sezione scarsa, per non dire inesistente. La serata dello scioglimento – triste e allegra nel contempo – è stata diretta con maestria da Italo Triacca. Era presente anche Mario Rossi, uno dei due soci fondatori ancora viventi, mentre purtroppo Edoardo Torri, classe 1921, non ha potuto essere con noi per motivi di salute. Il saldo in cassa supera i 20’000 franchi ed è stato devoluto alla fondazione Amiche e amici della Pro Grigioni Italiano.

La genesi

Non avendo a disposizione una storia dell’associazione – che peraltro non mi risulta sia mai stata scritta o schizzata – ne traccerò rapidamente alcuni pochi momenti, attingendo le informazioni dal mio archivio personale, cioè dagli atti raccolti e conservati dal mio nonno Romerio Zala, come pure dal Bollettino della Pro Grigioni Italiano. Infatti, sorvolando la corrispondenza tra il nonno, quale presidente della cosiddetta «Commissione propaganda» la quale aveva suggerito e preparato la fondazione, e il prof. Arnoldo Marcelliano Zendralli, quale presidente centrale della PGI, ne posso schizzare la genesi.

Il 17 novembre 1956 una cinquantina di persone parteciparono a una castagnata, in margine della quale il dott. Bernardo Zanetti e Romerio Zala presentarono gli scopi e le attività della PGI, sottolineando la «necessità della PGI d’avere anche una Sezione romanda». La relazione continua con le parole: «Ne seguì una breve discussione. Poi la votazione che portò alla decisione unanime di fondare una sezione PGI. Anche coloro che prima erano contrari si sono lasciati convincere.» E il nonno commentò: «La fondazione della sezione ginevrina mi sembra un grande e significativo successo per la PGI.»1

Il prof. Zendralli risponse a volta di corriere: «Provo viva soddisfazione – e eguale soddisfazione proverà tutto il CD – che […] si è avviata la costituzione della sezione ginevrina del sodalizio. È la nuova conferma che i grigionitaliani fuori valle sentono vivo l’attaccamento alla terra natale e alla propria gente e seguono con attenzione e con partecipazione l’attività della PGI.»2

Dopo aver assistito insieme al dott. Zanetti all’assemblea costitutiva a Ginevra, il nonno informò di nuovo il prof. Zendralli: «Mi pregio comunicarle che il 19 gennaio a.c. venne costituita la «Società dei Grigionitaliani di Ginevra» quale sezione della PGI. […] Venne eletto il comitato per il 1957 composto dai signori: Olinto Tognina (presidente), Edoardo Torri (vicepresidente), Tito Isepponi, Antonio Ciocco, Werner Torriani, Antonio Rada e Ferdinando Mazzoni (le altre cariche verranno distribuite mercoledì prossimo). A revisori dei conti vennero eletti: Gianni Lardi e Guido Bertossa. […] Tutti i presenti all’assemblea e cioè 40 persone si sono iscritti quali membri.»3

L’associazione venne ufficialmente accolta dalla Pro Grigioni Italiano il 9 marzo dello stesso anno quale quinta sezione fuori valle. Sul Bollettino della Pro Grigioni Italiano dell’aprile 1957 leggiamo in merito: «La Società dei Grigionitaliani di Ginevra, costituita il 19 gennaio 1957, anche quale sezione PGI, su proposta dei due uffici, è accolta, con acclamazione, nel sodalizio. Lo Statuto sezionale andrà ritoccato leggermente onde adeguarlo in tutto allo Statuto sociale. Il presidente della nuova Sezione, O. Tognina, ringraziò dell’accoglienza fraterna e assicurò che la sezione farà del suo meglio onde rendersi degna del sodalizio e onde giovare alla gente valligiana.»

Sessant’anni in poche righe

Posso quindi riassumere la vita dell’associazione, basandomi anzitutto su quanto pubblicato nell’Annuario della Pro Grigioni Italiano.

L’attività sezionale durante la prima presidenza di Olinto Tognina (1957–1961) si limitava essenzialmente all’annuale assemblea generale con cena sociale.

Edoardo Torri (1961–1965) organizzò una serie di manifestazioni culturali che purtroppo non riscontrarono l’interesse sperato.

La seconda presidenza di Olinto Tognina (1965–1991) segnò il ritorno a un’attività minimale, durata fino alla seconda metà degli anni 1980. Nel 1988 la sezione ginevrina ha partecipato per la prima volta alla Mostra internazionale del libro e della stampa di Ginevra, allestendo uno stand. Per vari anni questa importante presenza fu la principale attività dell’associazione. Un ruolo essenziale fu inoltre assunto da Marcello Gervasi, che ospitò generosamente le altre nostre attività, offrendoci una «casa» durante quasi un ventennio.

Nel 1991 il nome venne cambiato, diventando la Società dei Grigionitaliani della Svizzera Romanda. E non si trattò di una semplice operazione cosmetica: da allora tentammo di allargare il raggio d’azione, in un primo tempo alla regione del Lemano e in un secondo tempo era previsto all’insieme della Svizzera Romanda, ma ciò non venne realizzato. Sotto la presidenza di chi scrive (1991–1994) vennero organizzate una serie di manifestazioni culturali e si iniziò la collaborazione con la Sezione d’Italiano dell’Università di Losanna e con le associazioni culturali della regione che difendono la lingua e la cultura italiane.

Ilario Chiavi (1994–2000) introdusse sia una serie di manifestazioni culturali di più ampio respiro, oltrepassando la classica frontiera della cultura grigionitaliana, sia degli incontri più informali tra i membri della sezione. Nel 1995 il nome venne di nuovo modificato: Pro Grigioni italiano, sezione romanda.

Paola Gianoli (2000–2014) intensificò notevolmente la collaborazione con le società Dante Alighieri di Losanna e di Ginevra, la Pro Ticino di Ginevra e le Università di Ginevra e di Losanna. Il nome venne modificato ancora una volta per diventare Pro Grigioni Italiano, sezione Romandia oppure semplicemente Pgi Romandia. I primi anni del millennio rappresentarono l’apice nella vita dell’associazione: furono il periodo in cui l’attività sociale fu la più ricca e l’interesse dei soci maggiore. Poi iniziò il lento, ma inesorabile declino.

Tiziano Crameri (2014–2017) dovette gestire il costante calo d’interesse dei soci per le attività della sezione e tentò di arginare l’incessante erosione dei membri, ma dovette arrendersi di fronte alla realtà. Era infatti assai frustrante – in primo luogo per il conferenziere stesso, ma anche per chi organizza l’incontro – di ritrovarsi davanti a una mezza dozzina di presenti. Senza dimenticare che non fu più possibile costituire un comitato dopo l’assemblea ordinaria del 2017, svoltasi un mese dopo il… 60° anniversario della società! L’ironia della storia volle infine che l’ultima attività dell’associazione fosse una castagnata.

Reto Kromer


Note

1
Lettera del 20 novembre 1956 di Romerio Zala a Arnoldo Marcelliano Zendralli.
2
Lettera del 22 novembre 1956 di Arnoldo Marcelliano Zendralli a Romerio Zala.
3
Lettera del 27 gennaio 1957 di Romerio Zala a Arnoldo Marcelliano Zendralli.

Una versione di questo articolo è stata pubblicata il 9 dicembre 2018 sul giornale online Il Bernina di Poschiavo, come pure il 13 dicembre 2018 sul settimanale Il Grigione Italiano e sul giornale online La Bregaglia.


2020-11-24